Cari Amici, l’avventura che oggi ha inizio è ben illustrata dalla classifica che vedete qua sotto. Si tratta di un semplice gioco che anticipa di qualche mese il format della prossima, attesissima, versione della Champions. Questa nuova formula del maggior torneo continentale infatti, come certamente saprete, cancellerà definitivamente le esangui classifichette dei vari gironcini per passare ad una classifica unica da cui poi giungere agli scontri diretti a partire dagli ottavi di finale. La nostra classifica (realizzata attraverso le 8 partite disputate dalle squadre protagoniste degli ottavi di finale) vuol essere solo una piccola anticipazione del grande spettacolo che verrà: una graduatoria delle migliori squadre europee che muterà ad ogni turno. E preparatevi a non deprimervi troppo se in un dato periodo la vostra squadra del cuore fosse solamente 33esima! Fra l’altro non sorprenderà nessuno vedere il City del grande Pep in testa a punteggio pieno con 24 punti e 24 reti in 8 confronti, seguito dal mitico Carletto 2 punti e 6 gol sotto e quindi il solido Bayern con 19 punti e solo 7 reti subite in 8 match. Potremmo anche osservare che le 3 squadre italiane impegnate ed eliminate hanno segnato complessivamente la miseria di 30 reti, appena 6 più del solo City. Ancora non si parla naturalmente di tutti contro tutti come in un vero torneo stile Nba ma qui e ora noi riteniamo che quello che vedremo il prossimo anno sarà soltanto un avvicinamento ad un esito scontato: il campionato europeo per club, con la presenza di tutte le grandi città ed i loro leggendari club ma anche di piccole società e piccole città, tutte però portatrici di un pezzetto di valori di questo continente. Tutte le squadre l’anno prossimo ospiteranno 4 avversarie presumibilmente di 4 nazioni diverse e quindi sarà l’occasione di un enorme scambio culturale tra amici europei. Insomma un vero Erasmus calcistico ci attende dal prossimo 9 luglio, data di inizio delle qualificazioni, e per i successivi 11 mesi quasi, fino alla gran finale bavarese.
Perché se per realizzare un’utopia serve del metodo, questo blog propone di utilizzare la leva del football, sorretta speriamo dai favori della Dea Eupalla, per creare una “vera” Unione in cui tutti i, diversissimi, popoli europei possano riconoscersi e stringersi a coorte.
Inoltre questo blog, e le tesi che formula e che espone al pubblico confronto, nascono dalla volontà di affermare la nascita del neologismo “Estertaintment” che unisce due termini apparentemente agli antipodi: il primo, Entertainment, è un termine inglese che solo recentemente ha cominciato a diffondersi e comprende tutte quelle attività ludiche e di ricreazione in grado di attrarre un pubblico pagante, sul posto o a distanza, mentre il secondo, estetica, è al contrario un antico vocabolo di derivazione latina che il filosofo tedesco Baumgarten presenta come la dottrina del bello, naturale o artistico, e quindi l’esperienza del bello. E noi pensiamo che, muovendoci tra Pep Guardiola e Antoni Gaudi o tra Westminster e Jude Bellingham, di esperienze del bello potremmo farne ad iosa.
L’estetica tornerà spesso, e volentieri, in queste pagine perché l’estetica è un tratto distintivo della civiltà occidentale e quindi, come arte e cultura caratterizzano molti dei Paesi europei, pensiamo che anche lo sport principe del continente debba puntare su questo connotato eliminando, quanto più possibile, una certa predisposizione alla noia presente forse solo nel calcio tra tutti gli sport più importanti. Tutte, dicasi tutte, le partite devono avere in palio una posta affinché non si inneschi quella melina che talvolta affligge questo giuoco e allontana i tifosi e già la formula del prossimo anno va in questa direzione con 144 match che assegneranno posizioni che valgono onori e monete sonanti.
Tornando all’estetica noi sinceramente vorremmo appunto ricercarla non solo nella cattedrale di Notre Dame, che riaprirà giustappunto quest’anno o nel Prado di Madrid ma anche nelle giocate di Mbappe (vi rendete conto vederlo affianco di Vinicius e Bellingham?) e di DeBruyne e quindi cercheremo di alzare il livello anche dei tifosi di calcio che sono forse gli unici clienti dell’industria dell’intrattenimento che non cercano il bello attraverso il biglietto, salato, che pagano ma si (ap)pagano del semplice risultato infischiandosene del metodo con cui lo si acquisisce. Un marziano che arrivasse su uno stadio penserebbe che costoro abbiano degli interessi venali per sostenere una tale tesi apparentemente assurda, ma invece alla base si trova solo un acritico senso di appartenenza che trascende da tutto il resto. Tifosi che, loro per primi, devono fare un bel salto di qualità nell’approccio alla nuova Champions, abbassando, e di molto, un tifo becero fine a se stesso e chiedendo soprattutto che si giochi a calcio come nella storia di questo continente. Si faccia appello quindi alla grande Ungheria di Puskas, alla meravigliosa Olanda di Michels col divino Johan, alla fortunata rivoluzione di Arrigo Sacchi e all’estetica applicata al football di Pep nostro, santone di questa religione se c’è n’è uno. Perché il calcio di gioanbrerafucarlo non è più vendibile, anche se al suo genio dobbiamo molto, non solo il nostro titolo, perché il catenaccio del paron è fuori moda e il corto muso di Allegri fa addormentare anche coloro che soffrono di insonnia ed instilla nel calcio italiano un tarlo che la Champions deve estirpare. Gli appassionati devono controllare la loro aggressività e possono farlo facilmente se prima di un match particolarmente importante si intrattengono ad ammirare una cattedrale oppure se stemperano la delusione di un risultato nefasto in una paella come Dio comanda.
Questo blog non tiferà mai per una squadra, nemmeno per una nazione e la sua patria è unicamente l’Europa. Una patria che raccoglie le variegate storie di popoli che si sono combattuti per secoli, che hanno portato dolore in tutto il mondo ma che oggi hanno la possibilità di formare una compiuta Unione di valori frutto anche di enormi sbagli fatti in passato, anche in quello recentissimo ma in grado, ancora una volta, di indicare la strada. Chi meglio del football può creare il giusto lievito per far crescere definitivamente una Unione che stenta, sballottata da mille inutili rivendicazione identitarie che impediscono un compiuto sviluppo di una storia che, dall’Impero Romano al Rinascinento, dall’Illuminismo alla Rivoluzione della fraternità ha scritto la storia del mondo intero.
Quindi cominci pure il giuoco nato in Inghilterra, rivoluzionato dagli Ungheresi, portato alla gioia dagli Olandesi, rivisto e corretto, esteticamente, da Italiani (gloria al grande Arrigo!) e spagnoli con ampi tocchi multietnici di Francia e Germania ad offrire la base di un continente coeso e unito in un futuro che vedrà davanti sfide altissime e protagonisti agguerritissimi (temiamo non solo su un tappeto erboso).
Related Stories
Gennaio 21, 2025
Dicembre 28, 2024
Dicembre 28, 2024