A tali livelli conta poco il modo. La fortuna inoltre è un aspetto del tutto irrilevante. E quando il palmares assume queste proporzioni le chiacchiere stanno a zero.
Il Real Madrid conclude in gloria la 31esima e ultima Champions dei gironi aggiudicandosi il nono trofeo con la bella media del 29% di successi sul totale delle manifestazioni chiamate Champions League.
Sommando le sei Coppe dei Campioni i blancos assommano 15 titoli che sono oltre il doppio della squadra con più vittorie dopo i madrileni, il Milan con 7, e il triplo della rivale interna del Barcellona. Non bastasse aggiungiamo che le squadre inglesi hanno vinto complessivamente 13 titoli e quelle italiane 12. Numeri che non si commentano ma si ammirano.
Partita forse deludente ma la posta in palio era estremamente alta e la stagione lunga per tutti. La stanchezza che ha indubbiamente indirizzato verso il Real il secondo tempo del match e con quello anche l’intera posta. Non sembra corretto poi parlare di fortuna per i campioni nel primo tempo se non nell’azione del palo che era però certamente viziata dal fuorigioco. Semmai di scarsa determinazione dei gialli che non si può negare superiori e davvero ottimi nella prima fase del match. Ma quando abbiamo visto Re Carlo guardare il cronometro agli sgoccioli di un primo tempo difficile, con la sua squadra abbarbicata sul gigante Rudiger, ebbene si leggeva chiaramente in quella faccia da italiano, la certezza che la tempesta stava finendo e la bonaccia avrebbe inesorabilmente consegnato il match ai più forti. Un leggendario Carvajal e uno straordinario Vinicius hanno provveduto a risolvere la pratica nella ripresa espugnando senza problemi un fortino sempre più sguarnito. Nel destino assegnato al match rientrano quindi, eccome!, anche i marcatori, col terzino che timbra da protagonista la sesta coppa da titolare, risorgendo da un primo tempo da incubo in cui lo si vedeva rincorrere disperatamente un rivale imprendibile. E quindi, inevitabile, il sempre più grande Vinicius Jose Paixao de Oliveira Junior che non smette di crescere partita dopo partita e che oggi, a 24 anni ancora da compiere, si può a buon diritto eleggere leader sia del club sia della nazionale più forti al mondo. In alto i calici, la prima tappa di avvicinamento al Campionato Europeo per Club si è conclusa e tra poche settimane prenderà il via ufficialmente la seconda, vera upgrade verso la meta. E vedere alla premiazione Re Carlo, lo scudiero Carvajal e il sommo Vini fa capire che il football europeo è in piena salute.
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