L’ora X è giunta. Stasera, in contemporanea con la semifinale più nobile del Campionato Europeo fra furie rosse e blues, scendono in campo, nella ouverture della Nuova Champions, anche i dilettanti della Virtus Acquaviva che lanciano il guanto di sfida al calcio iperprofessionistico affrontando la più titolata fra le squadre della Romania, fresca laureata di un posto fra le prime sedici nel già richiamato Europeo in svolgimento in Germania. Siamo quindi agli opposti, eppure nel Titano si chiede alla sua rappresentante in Champions di entrare a testa alta sul prato del San Marino Stadium e di uscirne dopo aver disputato una partita gagliarda e orgogliosa.
Nessuno, di questa partita, guarderà unicamente il risultato nudo e crudo. Semplicemente perché, riavvolgendo il nastro della storia, almeno quella calcistica, tutti si possono sintonizzare sul 1986, l’anno del terribile disastro di Chernobyl. In quell’anno il calcio romeno raggiunse il più alto risultato della sua storia strappando ai catalani del Barcellona la mitica Coppa dei Campioni, prevalendo alla roulette dei calci di rigore. Nello stesso anno la Virtus chiudeva, senza infamia e senza lode, il suo ennesimo campionato di terza categoria fra i dilettanti del calcio italiano. Il campionato sammarinese sarebbe iniziato giusto l’anno dopo. Nessun dubbio quindi che nel Castello di Acquaviva questi 38 anni non sono passati invano e domani vedremo meglio quanti passi in avanti sono stati fatti al compiersi del 60esimo anniversario.
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