
di Armando borrelli
Dopo una “League Phase” che ha innegabilmente regalato emozioni e anche tanti risultati a sorpresa, la Champions League muove verso quella che è indubbiamente la fase che gli spettatori apprezzano maggiormente: la fase a eliminazione diretta, che da quest’anno avrà anche un turno in più ossia quello dei playoff. Ma come ci arrivano le squadre italiane, che hanno inoltre la necessità di andare quanto più avanti possibile per provare a mantenere per la prossima stagione una quinta squadra nella competizione?
INTER
I nerazzurri saranno l’unica squadra italiana che potrà saltare i playoff, dato che, dati i 19 punti maturati nella fase del campionato. Il tutto nonostante la pesante assenza nelle ultime giornate di Calhanoglu – oltre all’assenza ormai datata di Acerbi -, sostituito più che degnamente da Frattesi e Asllani, e soprattutto per merito di un ottimo lavoro di concerto tra tutti i reparti, che ha portato ha una stabilità difensiva (quasi) perfetta, con un solo gol subito che è costata la sconfitta in casa del Leverkusen. Nel calciomercato invernale, nessun movimento di grandissimo rilievo (anche se Zalewski è stato già importantissimo nel regalare a De Vrij l’assist per il gol del pareggio nel derby contro il Milan), con l’operazione più importante che è stata forse la mancata cessione proprio di Frattesi che, nonostante un impiego tutt’altro che continuo – con l’utilizzo per 90′ solamente in quattro partite tra campionato, Champions League e Supercoppa Italiana – ha sempre saputo dare un apporto importante. Andando avanti con lo sguardo, qualora Juventus e Milan dovessero passare il turno, sarebbe praticamente certo il derby negli ottavi di finale, che permetterebbe quindi con certezza la presenza di almeno una squadra italiana nei quarti.
Atalanta
Era oggettivamente difficile per la Dea superare lo scoglio del Barcellona all’ultima giornata e purtroppo il 2-2 finale maturato al “Montjuic”non è bastato per ottenere quello che sarebbe stato probabilmente un meritato accesso diretto agli ottavi di finale. Ciò però non toglie molto allo straordinario percorso dei bergamaschi nella competizione, caduti solamente contro il Real Madrid (2-3 al “Bernabeu”), che dovranno vedersela contro un Brugge che, dopo aver testato Milan (con belgi sconfitti 3-1 a “San Siro”) e Juventus (pareggio a reti bianche tra le mura amiche del Jan Breydel Stadion), dovrà vedersela anche con gli uomini di Gasperini. Purtroppo però, come spesso accade nel mese di gennaio nelle ultime stagioni, gli orobici sembrano aver perso un po’ di brillantezza: sono infatti solamente due le vittorie da inizio anno (5-0 allo Sturm Graz e 1-2 in casa del Como), certamente anche a causa dei tanti infortuni che negheranno ai vari Carnesecchi, Kolasinac e Lookman di essere in campo probabilmente non solo per questa doppia sfida, con Scalvini e Scamacca che potrebbero aver addirittura terminato la stagione. Nel calciomercato invernale l’arrivo di Posch e Maldini sopperiscono alle partenze di Godfrey e Zaniolo, ma riecheggia ancora una frase di Gasperini nel pre-partita col Barcellona: “Noi non compriamo, vendiamo”. Frecciatina alla società perché avrebbe voluto un ulteriore step per migliorare la rosa e competere maggiormente nelle tre (all’epoca, diventate due dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Bologna) competizioni? Occhio al possibile percorso: in caso di passaggio del turno, i lombardi incontrerebbero una tra Lilla e Aston Villa, in una sfida che potrebbe rivelarsi non impossibile. Perché non crederci?
Milan
Chi ci segue dall’inizio di questa Champions conosce bene il nostro pensiero sui rossoneri: una squadra incostante e incapace di mantenere intensità e concentrazione per tutti i 90′, che ha buttato letteralmente via una praticamente certa qualificazione diretta agli ottavi di finale – che avrebbe voluto anche dire evitare un calendario intasatissimo nel mese di febbraio, con ben otto partite da disputare – perdendo per 2-1 contro la Dinamo Zagabria. L’esonero di Fonseca e l’arrivo di Conceicao – con Supercoppa subito vinta con due rimonte importanti su Juventus e Inter -, sembrava aver portato quantomeno una maggior caparbietà e cattiveria agonistica, che è però venuta a mancare, oltre che a Zagabria, anche in campionato nelle sfide contro le squadre di medio-bassa fascia (con l’1-1 col Cagliari e la vittoria per 3-2 soffertissima col Parma con due reti nel recupero sono il chiaro specchio di questa situazione), anche se va riconosciuto la capacità del nuovo tecnico di aver già inserito alcune soluzioni tattiche differenti, con una squadra che, camaleonticamente, passa speso da una difesa a 4 a quella a 5 grazie alla predisposizione di alcuni elementi. Il mercato di gennaio ha poi portato a una vera e propria rivoluzione, con le cessioni dei giocatori che avevano evidentemente mal digerito le metodologie di Conceicao – e se per i “presunti” faccia a faccia nell’intervallo nel derby con Bennacer e Morata non potremo mai avere probabilmente conferme, è innegabile il “diverbio” avuto in campo con l’ex capitano Calabria, mentre la cessione di Okafor era già stata preventivata – e arrivi per rimodellare la rosa: l’acquisto di Gimenez, centravanti già cercato durante la sessione estiva che per uno scherzo del destino si troverà ad affrontare proprio i suoi ex compagni del Feyenoord nei playoff, è sicuramente un elemento sia per il presente che in prospettiva, ma sono certamente molto importanti anche gli arrivi in prestito di Walker – che porta con sé un bagaglio non indifferente di esperienza e va a potenziare una zona che era deficitaria, anche numericamente a causa dell’infortunio di Emerson Royal – e Joao Felix (che ha deciso di presentarsi al pubblico di “San Siro” con un gol all’esordio nel match di Coppa Italia vinto contro la Roma), senza dimenticare il centrocampista Bondo e l’esterno offensivo Sottil, che però non saranno inscrivibili in lista UEFA, in quanto sono permesse solamente tre variazioni. Crederci sarebbe importante anche per quello che potrebbe regalare l’urna: un possibile derby di Milano, che si presenta assolutamente da solo, o la sfida comunque di tutto rispetto all’Arsenal.
Juventus
Ci mancava da trattare i bianconeri, anch’essi deludenti nel percorso europeo, soprattutto per i punti lasciati per strada nelle sconfitte casalinghe contro Stoccarda e Benfica, con, soprattutto nel secondo caso, i calciatori di Thiago Motta che hanno sì tenuto per la maggior parte del tempo il possesso palla (63% contro il 37% dei lusitani) ma riuscendo a creare meno occasioni limpide da gol. Vero è che la rosa è stata colpita da numerosi interventi fisici: a partire dalla rottura del legamento crociato di Bremer, vera colonna portante di una difesa che a inizio stagione si era rivelata essere incredibilmente difficile da perforare, vanno calcolati anche i periodi di assenza che hanno colpito i vari Nico Gonzalez, Koopmeiners, Conceicao, Thuram, McKennie e Vlahovic, senza dimenticare Milik che, di fatto, non ha mai visto il campo da gioco in questa stagione. Se a questo si aggiungono scelte discutibili da parte dell’allenatore – sia dal punto di vista dei giocatori da schierare in campo che nella gestione del gruppo, con Danilo, punto di forza della rosa fino alla passata stagione, che è stato di fatto messo alla porta – ecco che il futuro appare essere tutt’altro che roseo. Sul mercato, Giuntoli ha agito per rimpinguare soprattutto la zona difensiva – con gli arrivi di Costa, Veiga e Kelly – ma il colpo da 90 l’ha piazzato in attacco: Kolo Muani, giunto in prestito oneroso dal Paris SG fino a giugno, ha avuto un impatto decisamente importante con il campionato di Serie A, mettendo a segno tre reti in poco meno di 180′. Desta molta curiosità la sfida in questi playoff contro il PSV, dato che le due squadre si sono già incontrate lo scorso 17 settembre, con agevole vittoria degli zebrati per 3-1: quanto avranno inciso questi mesi su entrambe le squadre? Ai posteri l’ardua sentenza.